BURQA
L'immagine più controversa della femminilità, il simbolo di un passato che non svanisce. 2009/2011
I viaggi in Medio Oriente hanno colpito Lucchini. Oltre a grattacieli infiniti lo hanno portato a cercare di decifrare quelle vite e quei volti femminili nascosti sotto i veli della tradizione o della costrizione. Ne sono nate opere digitali come testimonianza di mondi lontani e di un (im)possibile dialogo tra culture.
Scriveva il critico e storico della pop art Alan Jones nel 2011 in occasione della mostra di quadri che rifettevano su burqa e abaya a Venezia per la Biennale d’Arte di quell’anno: “Flavio Lucchini sta portando avanti il suo lavoro di provocazione, constringendoci ad affrontare la contraddizione di stili di vita che fino a poco tempo fa apparivano inconciliabili. I prossimi mesi riveleranno cosa sta dietro lo sguardo coperto. Vale la pena di ricordare che in Giappone non è il volto ad essere coperto con un velo, ma lo specchio.” Dieci anni dopo quelle opere e quelle parole, davanti alle immagini che ci arrivano dall’Afghanistan, sono ancora di inquietante attualità.